La teoria transgenerazionale e le sue implicazioni in gravidanza
La teoria transgenerazionale, basata sulla trasmissione dell’epigenoma, coinvolge l’ importante momento in cui avviene la gravidanza, dal concepimento alla nascita. La psicologia prenatale sostiene che la relazione genitori-figlio non si sviluppa dalla nascita del bambino , ma inizia dalla gestazione. In questa prospettiva l’attesa di un figlio si configura come un periodo delicato, carico di emozioni spesso conflittuali fra loro.
La gravidanza, quindi, rappresentando un nodo evolutivo fondamentale, contiene in sé contemporaneamente una grande possibilità ma anche un grande rischio, sia per la gestante ma soprattutto per il bambino.
La vita apparentemente inizia dal momento della nascita. In realtà, quando nasce biologicamente, il bambino porta già in sé un gran numero di informazioni ed esperienze emotive che ha ricevuto e accumulato sin dal momento del concepimento.
Queste esperienze gli sono trasmesse dalla madre attraverso canali sensoriali, vascolari e umorali. Ogni variazione dello stato fisico e soprattutto dello stato emotivo materno è recepita dal feto come un messaggio piacevole o angoscioso, come una comunicazione buona o distorta con la madre.
il programma genetico specifico di un dato individuo è il prodotto di nove mesi di interazione epigenetica, con finalità adattativa e predittiva, tra miliardi di cellule e ambiente. L’insieme dei processi mediante i quali si compie lo sviluppo biologico embrio-fetale rappresenta la fase della vita di gran lunga più sensibile alle informazioni provenienti dall’ambiente e in particolare dalla relazione emotiva materno-¬fetale, oltre ad altri fattori, alle esperienze nutrizionali, agli agenti inquinanti, proprio perché le cellule in via di differenziazione sono estremamente plastiche sul piano epigenetico. Ogni fenomeno epigenetico interagisce con altri fenomeni epigenetici, aggiungendo complessità al sistema.
Ma allora, avendo compreso che la vita non inizia con la nascita ma durante la vita embrio-fetale con un rapporto stretto e continuo tra feto e la madre che lo accoglie in utero , periodo in cui si avvicendano una complessa serie di processi biologici, emotivi e ambientali, cosa succede nella gravidanza surrogata?
Va considerato che la donna che accetta di portare avanti una gravidanza surrogata trasmetterà al feto, tramite le firme epigenetiche, il suo vissuto e le sue situazioni patologiche ambientali, va poi anche considerato che Il bambino, dopo la nascita, non trova corrispondenza e continuità al processo evolutivo psicologico e biologico iniziato durante la gravidanza in quanto va in un’altra struttura familiare, anche se geneticamente sua in tutto o in parte, da cui non ha ricevuto sensazioni, suoni, voci che invece ha acquisito come rasserenanti e propri nei 9 mesi in utero. Gli psicologi e i medici si stanno ponendo una serie di giusti dubbi su tutto questo. Qualcuno potrebbe far notare che anche l’adozione è soggetta a questi problemi, ma in tal caso il bambino è nato ed ha bisogno di accudimento ed una coppia testata che abbia il desiderio di un figlio, questa è per lui la soluzione migliore che non potrebbe altrimenti avere.